CHIESA PARROCCHIALE

Chiesa di San Vigilio

La Chiesa di San Vigilio, risalente al XIV secolo, divenne parrocchiale nel 1536, includendo anche il borgo di Andrista. Dedicata a San Vigilio, vescovo di Trento, la chiesa è stata più volte rimaneggiata nel corso della storia. Nel 1590 fu distrutta da un incendio che devastò gran parte del paese, ma in soli sei anni fu ricostruita. La torre campanaria, con merlature ghibelline, risale a questo periodo. La facciata attuale in granito locale risale a un ampliamento del 1938. All’interno, lo stile barocco si fonde con una pianta semplice, arricchita da un altare secentesco della Madonna, intagliato e policromo. L’altare del Sacro Cuore, più semplice, risale all’Ottocento, mentre il pulpito ligneo del XVIII secolo, con raffigurazioni dei quattro Evangelisti, è di grande valore artistico.

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AL CENTRO DEL PAESE

Chiesa di Sant’Antonio

La Chiesa di Sant’Antonio di Padova, costruita nel 1867, si erge su una precedente chiesetta dedicata al Santo, la cui data di origine rimane sconosciuta. La prima menzione storica risale al 1698, quando Padre Gregorio Brunelli la citò nei suoi “Curiosi Trattenimenti”. Nonostante le sue dimensioni ridotte (circa 15 metri di lunghezza e 6 di larghezza), la chiesa ha una struttura pregiata ed è stata utilizzata come chiesa secondaria rispetto alla Parrocchiale di San Vigilio. Il presbiterio, rialzato rispetto alla navata unica, crea una netta separazione tra l’area dei fedeli e quella del sacerdote. La sacrestia, aggiunta in tempi più recenti, si trova al di fuori del corpo principale della chiesa.
Un dettaglio significativo è la parete meridionale, dove si può ancora osservare parte della vecchia muratura della chiesetta originaria, inglobata nella struttura attuale durante il rifacimento del 1867. La chiesa si trova vicino all’unico tratto del paese che mostra ancora i segni del devastante incendio del 3 luglio 1944, durante il quale servì da rifugio per coloro che persero la casa.
Dopo un periodo di degrado negli anni Sessanta, la chiesa fu restaurata grazie alle offerte della popolazione e, nel 1997, riconsacrata e restituita al culto da Monsignor Virgilio Mario Olmi, Vescovo Ausiliare di Brescia.

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LA PIù ANTICA

Chiesa di San Sisto

La Chiesa di San Sisto, edificata probabilmente nel XII secolo, sorge sulle rovine di un antico luogo di culto pagano. Sebbene manchino documenti certi sulla sua costruzione, un’incisione su una cassetta delle elemosine all’ingresso del cimitero reca la data “1141”, sebbene l’uso delle cifre arabe in quell’epoca desti dubbi sull’autenticità. La chiesa ha svolto a lungo la funzione di parrocchia per Cevo e i villaggi vicini, fino alla costruzione della Chiesa di San Vigilio nel Cinquecento. Lo stile romanico lombardo prealpino si manifesta nella struttura in pietra tonalite, semplice e austera, con elementi architettonici armoniosi. La facciata a ovest ha un’apertura a croce greca e finestre strette, mentre il campanile è decorato da bifore e merli ghibellini. Internamente, la chiesa presenta un’aula unica rettangolare con copertura a capriate lignee e tracce di affreschi. Il recente restauro ha reso visibile la traccia dell’originaria absidiola semicircolare nella pavimentazione.

LA CHIESA SCONSACRATA

Chiesa della Casa del Parco

La colonia alpina “Angiolina Ferrari”, oggi conosciuta come “Casa del Parco dell’Adamello”, fu costruita nel 1929 dal Commendatore Roberto Ferrari in memoria della moglie, con il contributo delle Casse Mutue Industriali. La struttura, affidata alle Suore Dorotee di Cemmo, accoglieva le operaie dei calzifici, dell’industria e dell’agricoltura che necessitavano di soggiornare in montagna.
Nel 1932, fu edificata la Cappella su progetto del Prof. don Francesco Magri, che rappresenta un esempio di architettura gotico-lombarda. La facciata, composta da conci di granito sagomati, è sormontata da un caratteristico campaniletto. All’interno, si possono ammirare i dipinti del pittore Trainini di Brescia, realizzati nel 1934, insieme a finti mosaici dorati, un soffitto in legno decorato e affreschi che conferiscono all’ambiente un’atmosfera calda e raccolta.
Nel 2012, con la trasformazione della colonia in Casa del Parco dell’Adamello, la cappella ha perso la sua funzione religiosa ed è stata convertita in un auditorium, mantenendo comunque il suo valore storico e artistico.

IL BALCONE DELLA VALCAMONICA

Cappella dell’Androla

La Cappella dedicata alla Beata Vergine di Caravaggio si trova in una posizione panoramica sul dosso dell’Androla, con una vista che abbraccia la media Valle Camonica e le sue cime. Ai piedi di questa zona si trovavano antiche cave di rame, chiamate “ramine”, che risalgono forse al tempo dei Romani. Quando le cave vennero abbandonate, la fantasia popolare le associò a leggende di streghe, che durante i temporali si diceva lasciassero le grotte per danzare nei prati circostanti.
La costruzione della cappella è attribuita al 1753, anno inciso sui graniti ai lati del cancelletto d’ingresso. Si ritiene che la sua edificazione sia legata alla devozione dei pastori locali che, scendendo in pianura per l’inverno con le loro greggi, sostavano nei pressi del Santuario di Caravaggio. Altri sostengono che la cappella risalga addirittura al XVI secolo, in relazione a presunte apparizioni della Beata Vergine sul dosso, e che la sua posizione strategica servisse come simbolo di cristianità contro le minacce del protestantesimo che si diffondevano nelle regioni vicine.
Nel 2005, in segno di pace e fratellanza, è stata collocata nei pressi della cappella la Croce di Cristo Redentore dell’Uomo, che era stata eretta a Brescia durante la visita di Papa Giovanni Paolo II.

IN RICORDO

Chiesetta di Musna

Testo in allestimento.

LA RESISTENZA

Santella in Via de Funtane

Testo in allestimento.

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ANDRISTA

Chiesa dei Santi Nazzaro e Celso

La Chiesa dei Santi Nazario e Celso ad Andrista è considerata la prima chiesa della Valsaviore, grazie alla posizione strategica del paese come porta della vallata. Il nome della chiesa è legato a un evento storico avvenuto intorno al 1100, quando alcuni abitanti di Andrista difesero Morando, canonico della Cattedrale di Brescia, in tribunale e lo aiutarono a fuggire a Edolo. Come ringraziamento, furono ospitati dai sacerdoti della Chiesa dei SS. Nazario e Celso a Brescia. Tornati ad Andrista, decisero di dedicare una chiesa agli stessi santi, probabilmente su una struttura preesistente. L’edificio, in stile sobrio, presenta una facciata con un portale in granito, una finestra a semiluna e un rosone. Il campanile in pietra, costruito nel 1653, è staccato dal corpo principale della chiesa. All’interno, l’aula unica rettangolare è separata dal presbiterio da una cancellata in ferro battuto del ‘600. Gli affreschi, attribuiti a Pietro da Cemmo, mostrano il passaggio dallo stile gotico al rinascimentale.

ANDRISTA

Chiesa della Madonna del Carmelo

Nel 1716, il parroco don Bartolomeo Avogadro lasciò in eredità la sua abitazione alla comunità di Andrista, offrendo l’opportunità di costruire una nuova chiesa e guadagnare autonomia dalla parrocchia di Cevo. Nel 1727 iniziò la costruzione della Chiesa della Beata Vergine del Carmelo, situata al centro del paese, e fu inaugurata nel 1739 grazie all’impegno della comunità e ai contributi di alcuni abitanti che avevano lavorato a Venezia. Tuttavia, la disputa con la parrocchia di Cevo per l’autonomia durò fino al 1768. La dedicazione alla Beata Vergine del Carmelo, con festa patronale il 16 luglio, fu una scelta pratica, poiché in quel periodo la popolazione non era impegnata in lavori stagionali. La chiesa ha una struttura tardo barocca con corpo rettangolare e tetto a doppia falda, mentre il campanile fu costruito nell’Ottocento. Interessante è il paliotto in cuoio dipinto del 1665, originariamente nella Chiesa dei SS. Nazario e Celso e ora esposto sulla controfacciata.

ISOLA

Chiesa di San Francesco di Paola

Nel Seicento, gli abitanti di Isola, Ponte e Fresine dipendevano spiritualmente dalla parrocchia di San Giovanni Battista di Saviore. Nel 1633, Isola fu assegnata alla nuova parrocchia di Santa Maria Assunta di Ponte, ma, nel 1680, il parroco inviò alla curia la richiesta di costruire una nuova chiesa a Isola, poiché l’edificio esistente, dedicato a San Francesco di Paola, non era abbastanza capiente e la parrocchiale di Ponte era distante.
I lavori di costruzione della nuova chiesa furono rapidi e nel 1681 venne completata, come testimonia la data incisa sull’architrave in granito. La chiesa, nel suo attuale aspetto, ha subito vari rimaneggiamenti e segue uno stile architettonico tipico della Valle Camonica, ispirato ai canoni architettonici degli Ordini Mendicanti. Presenta un’unica navata con una facciata semplice e il campanile sul lato meridionale, sormontato da una croce in ferro battuto.
Il presbiterio, leggermente rialzato rispetto alla navata, conduce a una piccola sagrestia. All’interno, l’elemento più notevole è un’ancona lignea di grande finezza attribuita alla bottega dei Ramus di Mù e ad altri maestri locali. Purtroppo, nel 1999, l’ancona fu saccheggiata dai ladri, privando la chiesa di uno dei suoi tesori più preziosi.
Accanto alla chiesa si trovava un cimitero civile, rimosso nel 1958, che era circondato da una muraglia di cui restano solo poche tracce.

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