MARTALAR
Basalisc
Si mostra seminascosto sul dosso, come fosse un predatore in agguato, e in tutta la sua imponenza, non appena si arriva al piazzale antistante lo Chalet Pineta: basta rivolgere lo sguardo in direzione del massiccio della Concarena. Da qualche giorno è infatti impossibile a un visitatore giunto a Cevo non scorgere la grande scultura che raffigura la mitologica effige del Basalisc, realizzata in poco più di un mese di lavoro dall’artista Marco «Martalar» Martello impiegando i rimasugli lignei lasciati sul terreno, quasi cinque anni fa, dal devastante passaggio della tempesta Vaia.

guerra
Monumento ai Caduti
Nel 1919 fu realizzata una lapide commemorativa in onore dei caduti della Grande Guerra, successivamente posizionata sulla facciata del vecchio municipio di Cevo. Negli anni successivi, la comunità di Cevo fu colpita da ulteriori eventi bellici, che causarono un numero sempre maggiore di vittime. Di fronte a queste perdite, si decise di costruire un monumento dedicato a tutti i soldati caduti durante le diverse campagne militari.
La realizzazione del monumento fu possibile grazie all’impegno di un gruppo di volontari, in particolare reduci di guerra, che completarono l’opera in breve tempo. Il monumento venne eretto accanto alla nuova casa comunale e inaugurato nel 1957. Successivamente, ispirandosi al Sacrario Militare del Passo del Tonale, fu creata un’area nel vano sottostante il monumento, con 94 lapidi in memoria dei dispersi, caduti, militari e civili di Cevo che persero la vita in tutte le guerre.
Oggi, il Monumento-Sacrario è il simbolo delle manifestazioni patriottiche e religiose, rappresentando un luogo di memoria per coloro che sono morti per la Patria. Esso è un monito contro la guerra e un invito alla solidarietà e alla convivenza pacifica tra i popoli.

lavoro
Monumento ai Caduti del Lavoro
Testo in allestimento

RESISTENZA
Monumento alla Resistenza
Testo in allestimento

INCENDIO
Monumento in ricordo dell’Incendio di Cevo
Il 3 luglio 1944, Cevo, in Valle Camonica, fu teatro di un tragico episodio: le forze fasciste incendiarono il paese in rappresaglia per le attività partigiane. In occasione del 70° anniversario di questo evento, il 6 luglio 2014, è stato inaugurato un monumento commemorativo in una piazzetta del paese, alla presenza di numerosi cittadini e istituzioni. L’iniziativa è stata organizzata dall’ANPI della Val Saviore, insieme a CGIL, CISL, UIL e le rispettive categorie dei pensionati (SPI, FNP, UILP), nonché dall’Unione dei Comuni della Val Saviore. Durante la cerimonia, sono stati ricordati i tragici eventi di quel giorno, tra cui la morte di sei persone e la distruzione di centocinquanta abitazioni. Il monumento eretto serve a mantenere viva la memoria storica di questo episodio e a onorare le vittime dell’incendio fascista del 1944

MURALES
Soul of the wall
Opera del 2018 dell’artista Eron dipinta sull’ex scuola comunale. E’ un omaggio alla memoria storica e collettiva di Cevo ed una elaborata riflessione sulla tragicità della guerra. I soggetti emergono dalle macchie di fuliggine ricreate con maestria da Eron per evocare l’incendio del 3 luglio 1944, in quella data il paese venne bruciato per rappresaglia contro i partigiani: 151 case vennero totalmente distrutte, altre 48 rovinate, 12 saccheggiate, e furono uccise 6 persone. Su una popolazione di circa 1200 abitanti furono in 800 a rimanere senza un tetto.

CAMBIAMENTO CLIMATICO
Murales
Testo in allestimento

GIOVANNI PAOLO ii
Croce del Papa
La Croce di Cristo Redentore dell’uomo venne rinominata “Croce del Papa” perché fu eretta per la visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II. Inizialmente la Croce venne esposta allo stadio Rigamonti di Brescia per la visita del Pontefice nel 1998. L’opera fu successivamente innalzata sul Dosso dell’Androla di Cevo nel 2005.

I NOSTRI CARI
Cimitero di Cevo
Testo in allestimento

grande guerra
Ex cimitero della Grande Guerra di Isola
Il 3 aprile 1916, un’imponente valanga travolse la Caserma Campellio al lago d’Arno, costruita a circa 2.000 m. di quota ai piedi dell’omonima cima: 86 soldati
morirono, 40 circa rimasero feriti.
Le vittime, a mezzo teleferica, furono trasportate nel borgo di Isola per la sepoltura. Il cimitero della frazione,
era però troppo piccolo per ospitare così tante salme, pertanto si decise di realizzarne uno fuori dall’abitato.
Venne quindi costruito questo piccolo cimitero, occupando un fondo privato della famiglia Ferrari, completato con una cappella con il tetto a capanna e
sormontata da una croce in metallo, al centro presentava un obelisco commemorativo con i nomi delle vittime.
Nel 1931, insieme all’autorizzazione di tumulazione anche dei morti civili, venne comunicata l’intenzione di
trasportare le esequie dei militari nel Monumento Ossario Militare del Cimitero Vantiniano di Brescia.
Ad esumazioni e traslazioni ultimate, i nomi dei soldati morti vennero rimossi dal monumento al centro del
cimitero. Nel 1997, nel corso di alcuni lavori di sistemazione del camposanto, l’obelisco centrale
venne demolito.
In occasione del Centenario della disgrazia, i ruderi della caserma Campellio sono stati oggetto di un
importante restauro: le opere hanno restituito a tutti noi un intenso pezzo di storia, a memoria di quei soldati a lungo ignorati, che trovarono la morte nell’adempimento del dovere.
